Il processo di Giovanni Pietro Franceschinis. Inquisizione e libri proibiti in Friuli nel Seicento
A cura di Lorenzo Di Lenardo
Il volume propone l’edizione degli atti del processo inquisitoriale intentato nel 1647 contro il bottegaio gemonese Giovanni Pietro Franceschinis per il possesso e il tentativo di vendita di un cospicuo numero di libri proibiti. I volumi sequestrati - quasi tutte edizioni tedesche o svizzere…Leggi di più
Il volume propone l’edizione degli atti del processo inquisitoriale intentato nel 1647 contro il bottegaio gemonese Giovanni Pietro Franceschinis per il possesso e il tentativo di vendita di un cospicuo numero di libri proibiti. I volumi sequestrati - quasi tutte edizioni tedesche o svizzere edite nella prima metà del Cinquecento – erano stati portati a Gemona da un mercante ambulante carnico che commerciava abitualmente con i paesi d’oltralpe. Il processo si concluse nel 1648 con la morte in carcere dell’imputato e costituì un punto di svolta nell’attività inquisitoriale di fra Giulio Missini (1645-1653) per i procedimenti contro la detenzione e la lettura di libri proibiti in Friuli: dopo la tragica fine di Franceschinis e soprattutto dopo il grande rogo pubblico dei suoi libri il numero delle denunce e delle autodenunce per questo tipo di reato aumentò sensibilmente.Chiudi
La chiesa di Santa Maria del Castello di Udine
Cesare Scalon e Gianpaolo Trevisan
Si è dato avvio al progetto biennale su La chiesa di Santa Maria del castello di Udine sotto la direzione di Cesare Scalon e Gianpaolo Trevisan. La chiesa di Santa Maria del castello è il più antico edificio esistente in città ed è il solo rimasto del nucleo…Leggi di più

Si è dato avvio al progetto biennale su La chiesa di Santa Maria del castello di Udine sotto la direzione di Cesare Scalon e Gianpaolo Trevisan. La chiesa di Santa Maria del castello è il più antico edificio esistente in città ed è il solo rimasto del nucleo abitativo che nel medioevo si era formato sulla sommità del colle intorno al mastio castellano. La chiesa è storicamente rilevante non solo per essere stata in origine il centro della devozione cittadina, ma anche perché fu chiesa matrice, ossia pieve, di un vasto territorio circostante. Il progetto rientra nell’Accordo di programma per la valorizzazione del patrimonio storico della chiesa di Santa Maria del castello di Udine stipulato tra l’Istituto Pio Paschini per la storia della Chiesa in Friuli e la Parrocchia di Santa Maria Annunziata nella Chiesa Metropolitana di Udine. La pubblicazione del lavoro è prevista per la fine del 2025 quale terzo volume della collana dedicata ai «Monumenti del Patriarcato aquileiese».

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I registri di Osvaldo detto Pitta notaio udinese
Patrizia Vuano
Osvaldo detto Pitta da Buttrio, che si sottoscrive anche Pitta da Udine è un notaio udinese vissuto tra la fine del Duecento e i primi quattro decenni del Trecento. Di lui l’Archivio di Stato di Udine nel Fondo Notarile Antico conserva sei registri, che sono tra i più antichi…Leggi di più
Osvaldo detto Pitta da Buttrio, che si sottoscrive anche Pitta da Udine è un notaio udinese vissuto tra la fine del Duecento e i primi quattro decenni del Trecento. Di lui l’Archivio di Stato di Udine nel Fondo Notarile Antico conserva sei registri, che sono tra i più antichi prodotti da notai udinesi per la città.Chiudi
Thesaurus Ecclesiae Aquileiensis
Elisabetta Scarton
Si tratta di un registro che unisce le caratteristiche di uno strumento di consultazione d’archivio e di un regestario di pronto utilizzo per le esigenze della Curia aquileiese a gestione dell’amministrazione e a salvaguardia dei propri diritti feudali e dei redditi fiscali. Redatto dal…Leggi di più
Si tratta di un registro che unisce le caratteristiche di uno strumento di consultazione d’archivio e di un regestario di pronto utilizzo per le esigenze della Curia aquileiese a gestione dell’amministrazione e a salvaguardia dei propri diritti feudali e dei redditi fiscali. Redatto dal notaio e cancelliere patriarcale Odorico Susanna (†1390) e proseguito dal figlio Giovanni su mandato del patriarca Marquardo di Randeck, esso raccoglie anche le ricognizioni precedenti. La fonte è straordinaria da più punti di vista. Essa non solo permette di gettare un potente fascio di luce sul Patriarcato di Aquileia e le sue prerogative temporali lungo tre secoli, ma consente di ampliare proficuamente la ricerca anche in molte altre direzioni: i luoghi, le persone, gli aspetti economico-istituzionali, l’Archivio patriarcale, la Fonte e il suo uso.Chiudi
La chiesa di San Francesco di Cividale
Luca Mor
Sorta a ridosso di una parete a strapiombo sul Natisone, forse su una precedente cappella di età longobarda, l’ex chiesa di San Francesco a Cividale risale alla fine del Duecento e, malgrado i diversi restauri subiti anche dopo l’incendio del 1917 (in seguito alla ritirata di…Leggi di più
Sorta a ridosso di una parete a strapiombo sul Natisone, forse su una precedente cappella di età longobarda, l’ex chiesa di San Francesco a Cividale risale alla fine del Duecento e, malgrado i diversi restauri subiti anche dopo l’incendio del 1917 (in seguito alla ritirata di Caporetto), la sua struttura architettonica e quella decorativa rimangono in buona parte ancora leggibili. Gli spunti di ricerca e i temi da affrontare sulla storia e le arti di San Francesco di Cividale restano diversi. La pubblicazione prevede contributi eterogenei, compresi i dati archeologici disponibili e nuove indagini archivistiche dalle origini fino al Novecento.Chiudi
Le carte dell’Archivio Capitolare di Udine (1340-1355)
Gabriella Cruciatti
Il lavoro è la rielaborazione di una tesi da laurea in Diplomatica discussa nell’anno accademico 1989-90 presso l’Università) deli Studi di Udine e prosegue l’edizione critica delle carte del Capitolo udinese iniziata con il volume di Cristina Moro, Carte…Leggi di più
Il lavoro è la rielaborazione di una tesi da laurea in Diplomatica discussa nell’anno accademico 1989-90 presso l’Università) deli Studi di Udine e prosegue l’edizione critica delle carte del Capitolo udinese iniziata con il volume di Cristina Moro, Carte dell’Archivio Capitolarew di Udine (1282-1340, Udine 1991.Chiudi
La Vita Cattolica (1926-2026). Cento anni di storia friulana attraverso le pagine del settimanale diocesano udinese
Ivan Portelli
A partire dal 1926, La Vita Cattolica esce regolarmente come periodico della diocesi di Udine. La ricorrenza dei cento anni di vita di questa testata è l’occasione per rileggerne l’esperienza peculiare e di tracciare un percorso di di storia del Friuli e della Chiesa friulana…Leggi di più
A partire dal 1926, La Vita Cattolica esce regolarmente come periodico della diocesi di Udine. La ricorrenza dei cento anni di vita di questa testata è l’occasione per rileggerne l’esperienza peculiare e di tracciare un percorso di di storia del Friuli e della Chiesa friulana nell’ultimo secolo; partendo dalle pagine del periodico emerge il racconto della cronaca locale e non solo, come anche la testimonianza degli indirizzi pastorali, dell’impegno e dell’azione della chiesa, dei sacerdoti e del laicato cattolico nella società friulana; il tutto in un arco temporale denso di avvenimenti e di cambiamenti profondi, caratterizzato da diversi momenti e contesti politici, sociali e religiosi, tra cui il ventennio fascista, la resistenza, la ricostruzione democratica postbellica, gli anni del Concilio, il terremoto, i cambiamenti politici e sociali degli ultimi decenni. Situazioni in cui si sviluppano iniziative sostenute da singoli sacerdoti o dall’azione complessiva del clero, tra cui per esempio si collocano l’impegno autonomista e a sostegno dell’identità e della vita culturale friulana, oltre che l’attenzione sempre viva per le questioni sociali, dalla condizione contadina ai problemi dell’emigrazione o alla ricostruzione del post-terremoto.Chiudi
Istituto Pio Paschini
per la storia della Chiesa in Friuli

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